giovedì 6 dicembre 2007

È difficile essere mamme oggi

Il giorno lunedì tre dicembre ( dopo aver messo a nanna i miei angioletti..! ), stavo distrattamente facendo un pò di zapping, quando mi sono imbattuta in una trasmissione in onda su La 7 dal titolo Exit. L'argomento su cui verteva il dibattito mi ha subito incuriosito: "nella mente delle madri assassine ". Non di quella curiosità morbosa che ci porta a cercare fatti di sangue drammatici. Piuttosto mentre ascoltavo sentivo qualcosa che mi avvicinava in qualche modo a quelle donne. Sullo sfondo un'immagine di Anna Maria Franzoni, ormai simbolo della colpa più grave di cui possa macchiarsi una madre, l'omicidio del proprio bambino. Quella che è emersa è una realtà sconcertante, di donne, madri che non sono certo "malate di mente ". Dietro il cosiddetto raptus, in realtà, si nascondono storie comuni di disagio, di difficoltà nel gestire un bambino, o addirittura di accettare una maternità e intorno il vuoto, nessuno con cui poter parlare, chiedere consiglio... Avere un bambino è senza dubbio l'esperienza più forte, intensa, arricchente che una donna possa fare ma al tempo stesso prendersi cura ogni giorno del proprio figlio priva spesso della possibilità di fare qualsiasi altra cosa, persino una doccia! Viene da chiedersi: "come facevano le nostre nonne, quando i figli erano ben più di uno? " Beh, la situazione allora era molto diversa, c'erano tutte le donne di una famiglia allargata a prendersi cura dei bambini. Oggi tutto il carico grava sulle spalle delle mamme perché i mariti lavorano, i nonni non sempre sono disponibili e, vista l'età media del primo figlio, spesso sono anziani. Quanto ai servizi sociali, poi, è interessante il confronto con gli altri paesi europei, ad esempio la Francia, dove esiste un servizio di protezione della maternità che permette alle neomamme di non rimanere sole al rientro a casa dall'ospedale. In Italia questo è un miraggio e se si è fortunati ci si trova in qualche isola felice dove ti danno indicazioni su come allattare il piccolo, come fargli il bagno o un massaggio rilassante. Certamente il nostro comune ci offre oggi un grosso aiuto con il progetto "Genitori quasi perfetti ", grazie al quale abbiamo capito quanto sia importante il confronto con persone che stanno vivendo la nostra stessa esperienza e che ogni giorno cercano di fare del loro meglio per il bene dei figli. Non pretendono di dare una "ricetta ", nessuno può insegnarci a fare quello che è il mestiere più difficile ma almeno ci sentiremo un pò meno inadeguate perché forse non abbiamo il cosiddetto istinto materno: secondo me non esiste. Esiste un rapporto che con fatica e sacrificio si costruisce giorno dopo giorno con il proprio figlio, ma non si può fare tutto da soli...

8 commenti:

  1. Potresti mettere i contatti per il progetto "Genitori quasi perfetti"?
    Sarà molto utile a molti...

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  2. In effetti le difficoltà maggiori iniziano quando si arriva a casa... vedo mia cognata adesso e tutte le amiche, conoscenti che hanno già pargoli!
    A proposito un bacio alla piccola

    Agnese

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  3. Se ti è cambiata la geometria del corpo, le tette tendono al basso e i capelli all'alto;
    Se annusi un pannolone pieno di cacca stile segugio come fosse tartufo;
    Se la tastiera del tuo PC è senza qualche tasto;
    Se l'ultimo libro che hai letto sei riuscita a finirlo barricata a letto per non farti scoprire;
    Se hai allucchettato tutti i cassetti o sportelli alla sua altezza;
    Se usi le salviettine pampers per struccarti;
    Se chiami tuo marito papà e lui ti chiama mamma;
    Se guardi in tv La Tata e poi lo commenti con tuo marito le marachelle dei figli altrui;
    Se ti sei armata di pazienza ma in certi momenti vorresti essere armata e basta;
    Se il tuo livello di voce si è stanziato sui 90 decibel e nemmeno in chiesa si abbassa;
    Se ti svegli al mattino e programmi la giornata calcolando le varianti: traffico, pappa, cacca, nonni, cambio, e virus gastrointestinale;
    Se un salto al supermercato DA SOLA è diventato fonte di svago;
    Se hai detto addio definitivamente alla macchina pulita e senza briciole;
    Se ti trucchi solo al semaforo e se è verde rimani struccata;
    Se l'unico sport che pratichi è lo slalom fra bambolotti e macchinine;
    Se hai partorito un anno fa, ma la gente che ti incontra ti chiede quando deve nascere;
    Se stai maturando tempi lunghissimi e maschili per andare al bagno, pur di stare sola per 10 minuti chiusa nel cesso;
    Se hai solo amiche con figli e le single ti paiono alieni di un'altra generazione;
    Se hai affinato l'udito, ridotto il senso dell'ordine e azzerato il sex appeal;
    Se andare a lavoro ti sembra vacanza;
    Se ti incazzi per chi parcheggia sulle strisce, per chi dice parolacce in pubblico, e fa il furbo alla cassa e non avevi mai notato tanta maleducazione......
    allora sei una mamma che si rispetti, forza e coraggio a tutte!
    la mamma di Francesca

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  4. Grazie mille per questo interessantissimo link.
    E' esattamente quello che sostengo io: fare la mamma èun LAVORO A TEMPO PIENO CON STRAORDINARI NON RETRIBUITI.
    Io sono dell'idea che si dovrebbero fare dei corsi semi - professionali.
    Penso che le aspiranti madri dovrebbero essere preparate a intraprendere questo cammino di vita.
    Penso che si dovrebbe insegnare qualcosa a scuola su cosa vuol dire avere una simile responsabilità.
    Proprio come nella vita professionale, a maggior ragione si deve imparare e amare ciò che si sta facendo :-D
    Penso sopratutto che sia una cosa che tu VUOI FARE SCIENTEMENTE, non che lo fai così perchè si deve.
    Io ammiro molto le madri.
    Sono dell'idea che siano il motore grazie a cui il mondo va avanti.

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  5. Spero che il mio discorso non offenda nessuno...

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  6. Certe cose le impari solo "vivendo" no "studiando". Molto spesso, anche se le cose le hai lette o te le hanno dette, fino a quando non arriva il tuo momento o ci sbatti la testa non le comprendi.

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  7. Concordo.Come tutte le cose, se non ci sbatti la testa e non affronti i problemi reali, sei un libro ambulante.
    Quello che propongo io sono esercitazioni pratiche che potrebbero essere fatti a scuola o a corsi apposta.
    Come si fa il bagnetto al bambino, cosa deve essere dato da mangiare nei diversi periodi dello sviluppo, i motivi perchè può piangere..
    Basterebbero un oretta alla settimana a partire dal triennio delle superiori...
    In America lo fanno - c'è l'ora di HOME ECONOMICS - e danno anche una valutazione...
    Magari ricordarsi qualche nozione al momento opportuno può salvare le neomamme da crisi isteriche perchè il pupo piange.
    E il pianto di un bambino, in certi casi, può essere davvero snervante, sopratutto se non hai la minima idea di cosa vuole e di cosa potresti fare...

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  8. Beh, questa può essere un'idea interessante..

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