Domenica mattina, 02.03.2008, sono riuscito a registrarmi nel sito del commissariato online.
Mio malgrado, sono stato costretto ad utilizzare Internet Explorer, infatti sotto Linux ne con FireFox ne con Opera sono riuscito a completare la registrazione.
Completata la registrazione ho effettuato la denuncia online (forse è più corretto parlare di "pre-denuncia") descrivendo il fatto del dialer della "Base Activities Limited". Una volta effettuato il login sono entrato cliccando su denuncia/reati informatici/dialer. A questo punto ho riempito un form suddiviso in tre cartelle. Nella prima sono stati ripresi i dati personali della mia registrazione. La seconda mi richiedeva la descrizione del fatto. Infine, la terza riguardava il danno arrecatomi dal dialer che nel mio caso non sussisteva.
Un consiglio che vi posso dare quando descrivete il "fatto" è scriverlo su un editor di testo a parte (senza caratteri non alfabetici come / " \ ' ecc.) ed in seguito incollarlo nel form. Per ben tre volte ho dovuto riscrivere tutto, probabilmente perché ho superato il tempo massimo consentito.
Come vi viene sottolineato prima di procedere con la denuncia online, la comunicazione che andrete ad effettuare è solo il primo passo verso la denuncia vera e propria. Entro due giorni lavorativi dovreste recarvi al commissariato di Polizia Postale più vicino, che in funzione della provincia che indicherete, presentando il numero che vi verrà fornito alla fine della denuncia online. Se non vi presenterete nel tempo indicato, la comunicazione verrà cancellata.
Lunedì pomeriggio, 03.03.2008, mi sono recato al commissariato della Polizia Postale di Udine per completare la denuncia e con la speranza di raccogliere delle informazioni utili per tutti coloro che dovessero imbattersi in reati informatici di qualunque tipo.
Ho avuto qualche difficoltà nel trovare l'ufficio della polizia postale di Udine, ma grazie alle indicazioni telefoniche da loro fornite ho raggiunto la posta centrale nella quale è situato l'ufficio in questione. Come sono entrato sono stato invitato a sedermi dall'ufficiale in borghese che nel frattempo aveva già letto il testo che avevo inviato. Persona squisitissima, è riuscito a mettermi subito a mio agio anche quando mi ha fatto capire che ho fatto una corsa inutile.
Perchè inutile? Mi ha spiegato che purtroppo la Legislazione Italiana corrente non è in grado di tutelare i "danneggiati" e l'avergli indicato il problema e come l'ho risolto non è sufficiente ad incriminare nessuno. Per quanto riguarda la legislazione, fino al 2003 (se non ricordo male), anno della cancellazione della legge, era presente una legge che puniva con un'ammenda fino a 4.000€ le aziende che sfruttavano in modo fraudolento le numerazioni 899 o simili. Chiamare questi numeri non è reato se vengono riportate le indicazioni base come il costo al minuto. Quando ho riferito che nel mio caso queste indicazioni non c'erano, mi ha risposto che molto probabilmente chi crea questi malware ha alla base una schiera di avvocati che è perfettamente a conoscenza del buco legislativo italiano e sa come agire. Ad esempio, il fatto che venga richiesto se volete installare l'applicazione e in seguito riconnettervi potrebbe ritenersi comunque un'operazione "legale".
Si presume che in un futuro prossimo questo buco legislativo venga coperto.
Ok ho fatto una corsa "inutile". Invece no! Ha offerto a me e a mia moglie un caffè ed abbiamo continuato a parlare di un sacco di cose.
Innanzi tutto ha affermato che ho fatto bene a comunicargli l'accaduto, lui è li per ascoltare chi ha un problema. Chi si presenta al commissariato lo fa perchè lo ritiene importante quindi non ha importanza se alla fine dell'esposizione il fatto risulti essere una sciocchezza.
Mi ha chiesto perchè ho aperto un blog. Mi ha messo in guardia sui rischi a cui potrei andare incontro in particolar modo riportando quello che viene detto ai consigli comunali. Anche se è un'assemblea pubblica, potrebbe accadere che per motivi di qualsiasi genere, non venga verbalizzato tutto, fattispecie nel caso di interventi particolarmente concitati. Il fatto che non ci siano altri cittadini presenti al consiglio comunale mi metterebbe ancora di più in difficolta.
Rivolgendosi a mia moglie, ha espresso alcuni concetti base:
- certe cose vanno fatte da giovani, quando il rischio è relativamente limitato, nel mio caso sposato con figli, chi me lo fa fare ad espormi pubblicamente con un blog?!?
- internet per molti sta diventando una droga, è necessario darsi dei limiti e disintossicarsi. Nel mio caso, questa "attività" di blogger, comporta che il tempo che potrei dedicare alla famiglia lo "spreco" davanti una macchina.
Con questo non voleva demolire il mio voler creare una comunità attiva che si confronta e magari risulta essere anche propositiva. Anzi, sembra aver apprezzato questa mia iniziativa.
Mi ha detto che ho fatto bene a descrivere come ho risolto il problema. Inoltre, è corretto far circolare la notizia in modo che le persone siano avvisate del potenziale pericolo.
Di seguito alcuni consigli che reputo interessanti per tutti i blogger che scrivono articoli di una certa "delicatezza":
- massima attenzione quando si trattano argomenti politici
- quando si scrive, utilizzare il più possibile il condizionale
- ovviamente non offendere o calunniare
- rimanere sul vago, non accusare direttamente nessuno
- il testo deve far capire ciò che si vuole dire ma non esplicitamente, deve mettere nella condizione chi legge di rimanere sempre nell'incertezza
- i commentatori ai post sono sempre identificabili grazie al'IP con cui si collegano. Chi commenta ( sembrerebbe) è comunque responsabile di quello che scrive. Nel caso in cui il server che ospita il vostro blog è all'estero, le cose si complicano parecchio, anzi diventa un vero e proprio "casino". Il blog è soggetto anche alle regole della "nazione del server" e l'eventuale richiesta, ad esempio della polizia postale di dati di identificazione, può risultare lunga e parecchio indaginosa
- trovarsi un amico avvocato che legga i post prima di pubblicarli.
Parlando, invece, con un collega del mio vicino carabiniere ho chiarito che la "controdenuncia" non esiste (in seguito confermata dal funzionario di polizia).
Se come nel mio caso descrivo la procedura per risolvere un problema ma non accuso di fraudolenza l'azienda che fornisce il servizio, che in questo caso sembrerebbe generare l'installazione del dialer, non ho compiuto alcun reato. In questi casi, piuttosto, è l'azienda presunta colpevole che deve dimostrare il contrario.
PS: vi consiglio di linkare il più possibile questo post, se la legislazione di fatto non ci tutela diffendiamoci con l'informazione, facciamo in modo che altri non cadano in questi tranelli. Se scoprite reati informatici di qualunque natura comunicatelo alla polizia postale, magari telefonate, una chiamata potrebbe farvi risparmiare una corsa inutile.
Non autorizzo la copia, anche in parte, di questo articolo.
In sostanza i consigli che ti ha dato servono a NON farti dire nulla.
RispondiEliminaSe tutti facessero come consigliato (rimanere sul vago, non indicare cose precise, evitare tematiche politiche, etc) direi che il blog di grillo non sarebbe mai esistito così come tutta una serie di altri blog di denuncia.
Un blog fatto così presuppone che tu parli del tempo, del tipo di erba del giardino e forse, e dico forse, del menu della serata (ma stando attento a non citare le marche degli ingredienti).
Bravo, hai capito il concetto...
RispondiEliminaGrillo ha da parte sua una bella schiera di avvocati, se non ricordo male.
Prima di parlare o scrivere, chiede consiglio a loro...
Dimenticavo, chiudere un sito/blog di una certa popolarità e che riscontra un buon numero di sostenitori risulterebbe estremamente impopolare farlo chiudere..
RispondiEliminaquesto non accade, quindi, per un piccolo sito/blog..
Assolutamente apprezzabile questa tua voglia di andare fino in fondo, sta sera aggiungo il link in fondo al post sul dialer.
RispondiEliminaCapisco la difficoltà di controllare i movimenti di rete, ma sono in disaccordo con quanto sostenuto dal carabiniere, ossia che internet sarebbe meglio lasciarlo ai ragazzini che corrono meno rischi, penso che la rete sia di tutti e che la voglia di comunicare tramite blog sia diventata, ultimamente, più una prerogativa degli adulti, e credo anche con notevoli vantaggi, a partire da un linguaggio più apprezzabile e comprensibile (o quanto meno non via sms) fino alla redazione di post utili ed accurati come il tuo.
Penso anche che la polizia postale abbia dato dei consigli "generici" sul modo di scrivere in rete, ma che le potenzialità dello strumento siano tali da concedere un raggio d'azione maggiormente "libero", anche se ognuno deve essere sempre responsabile delle proprie affermazioni. Nel tuo caso specifico, non mi lascerei scoraggiare, fornire un verbale a tutta la comunità è un grande servizio di informazione, non fornirlo per il timore di omettere, involontariamente, un intervento o un presente sarebbe un vero peccato.
La frase del poliziotto era di più ampio spettro. Quello che voleva farmi capire che da giovani, 18-19 anni quando non si hanno ancora impegni di un certo tipo, chi rischia è il singolo soggetto. Nel mio caso vado a coinvolgere l'intera famiglia..
RispondiEliminaLui ha a che fare ogni giorno con il peggio della rete, il buono che c'è viene oscurato dalla parte negativa.
Il discorso che ci ha fatto toccava diversi argomenti, in particolare le truffe e le chat. Per dirtene una, sembra che ci siano donne di 40-50 anni che si prostituiscono in chat, questo per arrotondare, causa la miseria che man mano sta dilagando, inoltre, sembra, che in Internet ci sia una "grande volontà" di fregare il più sprovveduto.
PS: cavoli, oggi non riesco a scrivere bene, sarà sto cavolo di febbre dovuta alla faringite..
Ci sono anche molte studentesse che si pagano gli studi prostituendosi in rete: molto meno faticoso che servire ai tavoli.
RispondiEliminaComunque credo che quel poliziotto ti abbia dato dei consigli molto utili; quando sei genitore pensi prima di tutto a quali potrebbero essere le conseguenze, sulla tua famiglia, di cose dette o scritte con troppa leggerezza.
Una frase che ha al momento mi ha lasciato perplesso è la seguente: "Internet non è per tutti".
RispondiEliminaChi naviga dovrebbe avere delle conoscenze base di sicurezza informatica. Dovrebbe conoscere i pericoli più diffusi, sapere cos'è un pop-up, un'applicazione java, uno script, cosa sono i cookies, un dialer, un virus, un trojan, come funzionano le aste online e come evitare eventuali truffe, cos'è il reato di phishing ecc. ma in particolare deve essere dotato di buon senso. Attualmente chi vuole ingannare e truffare trova terreno fertile dove attecchire.
Grazie dei consigli ma personalmente me ne infischio. Se non vogliono che si parli male di loro non ne diano il motivo. Provino a denunciarci tutti.
RispondiEliminanotte
La legislazione, fa decisamente SCHIFO!
RispondiEliminaNon c'è volontà politica di risolvere il problema. Ne da destra ne a sinistra.
Non siamo regolamentati ma ne tanto meno tutelati.
Se fossimo residenti in un altro Paese Europeo più "internet evoluto" questo problema non ci sarebbe stato.
Non credo che chi truffi abbia interesse a denunciare nessuno, con il dialer ricevono immediatamente i soldi, con la denuncia devono aspettare diversi anni.
Vi consiglio di leggere anche quest'ultimo post a proposito di dialer e polizia postale
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